Le opere delle sezioni competitive maggiori (Venezia 79 e Orizzonti) arriveranno presto nelle sale torinesi. Da non perdere La syndacaliste, con Isabelle Huppert: il film di Jean Paul Salomè è la vera storia di Maureen Kearney, rappresentante sindacale della centrale nucleare di una multinazionale francese, che si trova a lottare contro politici e manager corrotti e a subirne le intimidazioni: ma l’ingranaggio è talmente perverso che la donna, da vittima, si traforma in sospettata. Il film ha il merito di raccontare la vicenda ispirata a un fatto di cronaca con il ritmo adrenalinico e la tensione tipica dei thriller americani di miglior fattura. La Huppert, interprete eccellente come sempre, riesce a rendere assai bene lo sgomento e i dubbi che prova anche su di sé e sulle proprie reazioni chi è vittima di violenza.
Tensione narrativa elevata nell’interessante Athena, realizzato da Romain Gavras, figlio del più famoso cineasta greco Costa. Nel quartiere che dà il titolo al film, tipico delle banlieues parigine, si consuma una sanguinosa guerra civile, oltre che tra forze dell’ordine nazionali e immigrati di seconda e terza generazione, anche familiare. Infatti tre fratelli di origine magrebina simboleggiano i ruoli possibili per gli stranieri che vivono ai margini: chi sceglie di integrarsi, chi vive di espedienti quali spaccio e rapina e chi ancora non sa, ma si nutre di rabbia e frustrazione. Gavras ha dichiarato di aver voluto rappresentare lo scontro sociale, scatenato dalla morte del quarto fratello, un ragazzino forse ucciso dalla polizia, come una tragedia greca: in effetti l’escalation delle violenze è sottolineata da una colonna sonora a tratti solenne ed enfatica, che diventa protagonista come il coro nelle rappresentazioni classiche. Il dramma accomuna tutti, agenti e manifestanti, che si specchiano gli uni nel volto degli altri, leggendovi paura e dolore identici.
Anna SCOTTON
annas@vicini.to.it
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