Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

Chi ha paura di Chat GPT?

Il mondo della scuola e l'Intelligenza Artificiale

Alla domanda “C’è qualcuno in sala che non ha mai usato Chat GPT?” si alzano a malapena tre mani. E’ vero che la conferenza è destinata a insegnanti e liceali, ma davvero il numero è esiguo.

Siamo al Salone del Libro, il 22, sala Booklab, e il titolo per la verità chiude con una partentesi (nella scuola).

La piattaforma, introduce la professoressa Eleonora Pantò (CSP), ha una vita breve, ma a un mese dal lancio aveva raggiunto 100 milioni di visitatori, un mese dopo, 1 miliardo. A febbraio ’22 la versione a pagamento. Il mese dopo Elon Musk invia all’ autorità di controllo una lettera per chiederne la sospensione: troppo veloce lo sviluppo, potrebbe essere pericoloso, (in realtà troppo presto per farci tanti soldi senza rischi).

Ancora due mesi ed il creatore Sam Altman chiede al Senato US di regolamentare questo tipo di sistemi. In sostanza l’obbligo di uso solo su licenza.

I programmatori cominciano a sviluppare in Chat GPT ed esce la versione a pagamento; in capo ad un anno dal lancio, 12 mesi, produce un utile di 200 milioni. Altman sostiene che ci aiuterà a migliorare il mondo, i poveri potranno curarsi gratuitamente perché Chat GPT darà le risposte necessarie ai problemi di salute. “I muti potranno parlare mentre i sordi già lo fanno …“, cantava il grande Lucio Dalla.

L’UE promuove nel frattempo una regolamentazione: vengono date delle specifiche alle Aziende sviluppatrici, fra le altre il mandato di non violare il copyright

Ma che cos’è chat GPT? E’ un chat bot. Si fanno delle domande e il bot darà delle risposte: risposte tanto più accurate quanto centrate sono le domande. “Si tratta In sostanza di modelli linguistici pre-addestrati”. Alla base c’è il Machine Learning (ML), che è un sottoinsieme dell’Intelligenza Artificiale (IA). Non è intelligente, cerca di indovinare quale risposta sia coerente con la domanda. Per addestrare il bot sono state necessarie molte informazioni fornite dall’uomo (Big Big Big Data). “Quindi risposte basate sul passato, non previsioni”. Su quali banche dati si basa? Il Washinton Post ha indagato: fra i maggiori contributi Wikipedia e SCRIBD: una piattaforma a cui ci si abbona e si possono consultare riviste, giornali, studi.

“E’ il paradosso dell’Open IA: una conoscenza costruita in modo condiviso diventa proprietaria. Per generare profitti”.

Come può porsi la scuola di fronte al fenomeno? Strumento o ostacolo? Il dibattito si svolge in una sorta di contraddittorio pro o contro.

La forza

“La CE aveva studiato già nel 2018 i possibili impatti dell’IA” spiega Paolo Ferri, esperto di tecnologie dell’istruzione. Sostituirà chi? “Non c’è comparto nell’insegnamento e apprendimento che non venga toccato, quello che emerge è quello della valutazione”. Non è pensabile proibirne l’uso: magari a scuola ma a casa?

Chi proseguirà con un insegnamento di tipo nozionistico sarà superato. Bisogna inventarsi altro. “Far fare agli studenti del lavoro in classe e proseguirlo a casa con qualcosa che preveda un minimo di ricerca e raccolta dati, verso la generazione di nuova conoscenza”. In una forma che non sia contenuta nel modello di Chat GPT.

Uno strumento che pone delle sfide agli insegnanti ed anche ai genitori. Reinventare il sistema di valutazione. Insomma, svolge molto del lavoro ripetitivo. “Domanda aperta a scelta multipla, domande a partire da un brano di un certo autore…quelli che sono negli eserciziari”. Che magari spariranno.

Preparare materiali per la lezione; in questo senso CPT 4 che gestice anche immagini potrebbe essere inserito nella suite di Office (copilot, viene definito da Microsoft) ed essere integrato in Word, Power point…. Quindi sì, un sacco di soldi a Microsoft, ma sarà più semplice preparare del materiale didattico personalizzato per quella singola classe. Così, a partire da un testo,  fare una presentazione e far fare agli studenti un lavoro a partire da lì. Inoltre, in alcune discipline, prevedere un tutoraggio attivo: ad es nel caso delle lingue, dove è classico fare conversazione; con Chat GPT è molto semplice far pratica.

“D’altra parte, se è vero, come dice Altman, che genererà benessere, genererà anche grandi divari. Come visto nella pandemia, chi è rimasto meno svantaggiato dalla DAD sono gli studenti con minor disagio economico”.

Il lato oscuro

Le case editrici. Continua Guido Boella (Unito, Dipartimento di informatica) “I libri sono i primi che incontrano i nostri figli. Immaginiamo: fra due anni avremo lo stand di Google qui accanto?” Già ora le case editrici hanno margini molto ridotti. Ma la possibilità di avere accanto non un libro su cui si può essere proattivi, ma un sistema che crea una relazione sintetica sarà una tentazione molto forte. Qualcosa di più interattivo, capace di soddisfare curiosità, sollecitare interessi personali invece di quelli omogenei del libro.

Ma non sottovalutiamo. “Rischiamo di attribuire qualcosa di troppo al mittente della comunicazione. Visto che è fatto come noi, gli attribuiamo credenze, convinzioni, emozioni.  I sistemi IA funzionano così bene perché si basano su un inganno”.

E lì si può aprire il tema della manipolazione. Pensiamo a un regime autoritario: sarebbe facile anziché far circolare i libri affidarsi ad un sistema che ti convince non solo con le parole ma con… emozioni.

Poi come detto, questi sistemi campano su quanto scritto a monte.

E ancora c’è il tema, magari più banale, del copiare. Non solo i compiti a casa, ma pensiamo al mondo delle tesi e tesine, specie con la versione sofisticata che presto arriverà.

Infine, “C’è un convitato di pietra che non viene mai citato: Open AI ha un modo immediato per conoscere se un testo è stato prodotto da Chat GPT? Dire quanto del lavoro è stato fatto dall’essere umano e quanto da una macchina? Niente. Siamo Open, regolateci”.

Ora la scuola si deve riformare, e deve farlo da sola per un attore a cui nessuno ha chiesto niente ma ha buttato sul tavolo un nuovo strumento. “Quali saranno le forze motrici che potranno trasformare questa situazione in qualcosa di fattivo?”

Eleonora Pontè e Barbara Bruschi, la moderatrice (Unito Dip. filosofia e scienza dell’Educazione), propongono alcune conclusioni. Le potenzialità ci sono. Alcune scuole si sono mosse ed è bene che questi strumenti siano noti. Si stanno anche studiando metodologie per valutarne l’efficacia.

Occorre Lavorare sullo spirito critico e sulla motivazione. Quello che può togliere la macchina è la motivazione ad apprendere dando l’illusione che ti tolga il problema. Non si può fare finta di niente, è qualcosa che cambia i giochi.

E gli studenti cosa ne pensano? Una classe ha chiesto a Chat GPT di preparare una lezione di storia. Il giudizio: buono nell’indicare cause e conseguenze degli avvenimenti. Invece per la richiesta di scrivere il copione di un podcast, la valutazione è risultata: mediocre nella creatività artistica e letteraria e (!) nell’umorismo. E dài, senza humour che intelligenza sei?

Gianpaolo Nardi

gianpaolon@vicini.o.it

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


*