Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

Venezia 80: ex post

Qualche osservazione, a mo’ di didascalia sovraimpressa alle immagini finali di quest’edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.

  • Lo sciopero in corso degli sceneggiatori di Hollywood, a cui si sono uniti anche gli attori, negandosi red carpet, interviste e apparizioni pubbliche,  ha privato della presenza di molte star. Il pubblico femminile era, in particolare, a lutto per l’assenza di Bradley Cooper ad accompagnare il suo Maestro. Raccontano che sia comparso alla chetichella  qualche giorno prima a verificare la visione del film su grande schermo. Charmant e professionale.
  • A proposito di vampiri. Il film di Guadagnino dell’edizione 2022 ha fatto scuola: quest’anno il Lido era infestato da una serie di succhiasangue, dal Pinochet de El Conde di Pablo Larrain alla vampira dal cuore tenero di Humanist Vampire Seeking Consenting Suicidal di Ariane Louis-Seize, al clan dei Vurdalack di Adrien Beau,  all’adolescente Philémon in En attendant la nuit  di Céline Rouzet. Simbolo eterno, quando si ciba del sangue di chi ama rimanda con evidenza alla tossicità dei rapporti familiari. Inquietante.
  • Il cuore del cinefilo duro e puro si è concesso di  battere per due filmoni sentimentali  ma di qualità, tanto da aver fatto sfiorare la Coppa Volpi alle interpreti femminili, Jessica Chastain per Memory e Alba Rohrwacher per Hors saison.  Alla fine l’ha spuntata Peter Sarsgaard, protagonista del primo, e la coppa se l’è aggiudicata davvero. Inesauste le possibili declinazioni dell’amore.
  • Rispetto alla polemica che sa di autarchia cinematografica  (i film sugli italiani agli attori italiani) a proposito di Ferrari girato dall’americano Michael Mann, qualcuno dovrebbe spiegare a Favino che il nostro è un cinema perlopiù  marginale, oltre che regionale o – più  precisamente – capitolino. Interpretato dalla solita compagnia di giro di attori che non sono in grado di cimentarsi con le lingue straniere, anzi sfoggiano con vanto una parlata dialettale, ciancicata, che fuori dal Grande raccordo anulare non capisce nessuno (proteste vibrate anche  in Laguna). Del resto Luca Guadagnino, il nostro regista più internazionale, pesca i suoi interpreti oltreconfine.

E da Venezia 80 è tutto.

Anna Scotton

annas@vicini.to.it

 

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