Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

“Il vento soffia dove vuole” di Susanna Tamaro

Ci sono momenti nella vita in cui si sente il bisogno di prendersi una pausa e ripercorrere con calma, senza le continue incombenze quotidiane, le tappe della nostra esistenza. Un viaggio che, anche nei momenti difficili e bui, ci ha portato a provare un sentimento di riconoscenza e gratitudine verso chi ha condiviso con noi il cammino, le prove, le vittorie e le sconfitte.

Chiara arrivata alla soglia dei sessant’anni , approfitta di un raro momento di solitudine per ripercorrere la sua vita, i momenti importanti e soprattutto le relazioni più intime, con la figlia adottiva Alisha, con la figlia naturale Ginevra e con il marito Davide.

Ripensando agli anni passati scrive a ciascuno di loro una lettera d’amore che racconta la loro storia, il loro essere speciali per lei, ognuno a modo suo, ognuno con il suo stare al mondo.

Da sei anni  Chiara vive con la sua famiglia in una casa delle colline parmensi. La scelta di quest’abitazione corrisponde alla nuova e tranquilla fase della vita cominciata dopo un grosso trauma. Per la prima volta Chiara e i suoi hanno deciso che dopo aver festeggiato il Natale assieme ognuno trascorrerà le vacanze come meglio crede. La figlia maggiore, Alisha andrà in viaggio con il fidanzato, la secondogenita Ginevra a Cortina con le amiche, il piccolo Elia, ultimo arrivato, sarà ospite di un amichetto e Davide, il marito, con i suoi vecchi amici partirà per un’escursione in alta montagna. Chiara ha deciso di rimanere a casa.

In questo momento di pace , tranquillità e riflessione Chiara parla con le figlie ed il marito e lo fa anche  ripensando   a  se stessa ragazza, nata in una famiglia alto borghese con regole ferree di buona educazione e con la scontata aspirazione borghese di accasare degnamente l’unica figlia.

Racconta se stessa adolescente negli anni 70, il suo sentirsi invisibile , la partecipazione alle lotte studentesche ed il primo amore, Cesare , bello, impegnato, irraggiungibile, che guarda proprio lei, l’insignificante Chiara. Racconta la sua prima grande delusione, la sofferenza, ma anche l’impegno per terminare gli studi di Biologia, Facoltà che Chiara ha scelto contro il parere dei genitori.

Così come ha scelto Davide, suo marito, che è si un medico, ma fisicamente è un ragazzone ingombrante e poco raffinato,  e soprattutto viene da una famiglia umile. Quella famiglia umile ma accogliente, che Chiara avrebbe tanto desiderato, molto diversa dall’algida alterigia della sua famiglia.

Scrive la prima lettera ad Aisha , sua figlia adottiva : ripercorre  i momenti che hanno preceduto la scelta di adottare, il desiderio prepotente di avere un figlio proprio , l’attesa , le illusioni , le delusioni ricorrenti ed infine il lungo percorso irto di difficoltà che portò lei e Davide finalmente ad accogliere una piccolissima bambina indiana, piena di vita , solare, che ha sempre guardato alla vita con gratitudine . E’ lei la figlia che Chiara ha sempre desiderato.

Proprio nel momento in cui  Chiara ha compiutamente maturato la scelta dell’adozione, rimane incinta di Ginevra, che ha un nome da regina ed è l’opposto di Alisha. Quanto questa accetta tutto come un dono, tanto  la sorella ritiene che ogni cosa le sia dovuta. Più che alla madre, si lega ai nonni materni, altoborghesi piuttosto aridi, che non hanno costituito un modello per Chiara, che fece in modo di farsi cacciare dal collegio di Poggio Imperiale a Firenze e  rifiutò di iscriversi a Legge per ereditare lo studio del padre. Ginevra invece adora i ritratti di famiglia, che descrivono ormai una grandeur decaduta, è attratta dai valori materiali, è sempre attaccata al telefonino. L’opposto della madre, che però le scrive: “forse siamo simili proprio per l’arte di nasconderci e il rifiuto delle origini. Ognuno deve essere libero di compiere il suo percorso”.

C’è infine la lettera a Davide, il marito pediatra definito «l’uomo lego», l’uomo che costruisce: benché non sia cresciuto come la moglie in una casa con librerie piene di classici, ma in una semplice famiglia di un paese molisano, ha una statura morale e un bagaglio di valori spirituali che trasmette alla moglie. È lui ad avvicinarla alla religione, imponendo un matrimonio in chiesa reso possibile da una dispensa vescovile, perché la futura sposa non è stata battezzata. Lo sarà assieme all’ultimogenito Elia, cui viene dato il nome del profeta che sa distinguere il bene dal male. A celebrare il doppio battesimo è Gianfranco, il cugino di Davide, che dopo una gioventù scapestrata divenne frate benedettino grazie agli insegnamenti di Charles de Foucauld, il religioso francese missionario nella terra dei Tuareg. Dio ama i ribelli, diceva il visconte diventato missionario. Per conquistare la fede non occorrono atti di conformismo ma piuttosto atti di ribellione e percorsi originali.

La forza dei legami familiari ma anche la possibilità di costruire un proprio destino originale  sono il vero messaggio di questo libro, perché «il vento soffia dove vuole».

Il vento soffia dove vuole di Susanna Tamaro è edito da Solferino

Maria Cristina Bozzo

cristinab@vicini.to.it

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