Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

Di Banksy ce n’è uno solo

Torino è bella, anzi, è bellissima. Una città a misura d’uomo ( e di donna) sia per dimensioni sia per certi suoi momenti ancora quieti, qualche squarcio di collina in fondo a una via, una passeggiata fra le foglie degli ippocastani, l’abbraccio tra il Po e la Dora mentre guardano Superga.

Insomma, ci piace tanto.

Giusto deturparla un po’. Qualcuno, saggiamente, ha già contribuito con impegno: per esempio Davide che sta tre metri sopra il cielo con Deborah da un sacco di tempo, e chissà se si è stancato, della posizione o di Deborah, e preferirebbe essere lì con Simona, o Andrea.

Anche chi ci avverte dai muri più disparati che Gesù sta arrivando, avrà aspettato invano?

Tempo fa’ erano più numerosi i detrattori degli sbirri, dei granata, dei fasci e dei comunisti ma oggi pare si usi imbrattare chilometri di portici con sequenze vocali/consonanti chiamate TAG, cioè etichetta, firma.

Passeranno mai costoro alla storia, ma soprattutto, alla parola e alla frase? Chissà, sarebbe bello saperlo.

Vero che ognuno vorrebbe lasciare una traccia di sé ai posteri, (in fondo Michelangelo ci è riuscito con la Cappella Sistina), ma per ora non si vedono capolavori in giro.

Comunque al di là del contenuti, che segnano le epoche e perciò non c’è niente da fare, come si potrebbe ovviare a questa dilagante e imbarazzante tendenza a sporcare ciò che è bello e pulito?

Rinunciando all’idea delle ronde punitive armate di moccio Vileda e frusta da cavallo, esiste un metodo educativo, un messaggio subliminale, una multa reale, una riflessione atta a convincere gli aspiranti Banksy dell’inutilità dei loro sforzi e dello spreco del loro genio?

Chi ha risposte, si accomodi.

Giulia Torri

giuliat@vicini.to.it

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