La fine dell’anno, oltre alla iattura dei cenoni, con le conseguenze gastriche che tutti conosciamo, porta con sé quella fastidiosa incombenza chiamata “buoni propositi per l’anno nuovo”.
Insomma, oltre a dover fare gli auguri al parente di cui non ricordiamo le sembianze, chè lo vedemmo l’ultima volta bambino 15 anni fa e già allora ci stava sull’anima, o ammortizzare i sei panettoni sorbendoceli per tutte le colazioni a venire fino a carnevale, dicevo, oltre a ciò ci tocca, per pura scaramanzia, fare i buoni propositi per l’anno nuovo.
Che è deprimente, essendo più o meno gli stessi da vent’anni a questa parte e puntualmente disattesi dai fatti.
Però, e se poi mi si sballa l’annata a non farli? E se poi non li faccio e mi capita un anno di merda?
I buoni propositi sono di due categorie, quelli che sarebbe più facile attuare, e che quindi ti pesa di più non rispettare:( attività fisica, diete, riordino dei cassetti) e quelli che già sai da principio che non manterrai ( diventare più paziente, essere più tollerante con gli stupidi, sorridere agli arroganti) .
Non è facile, ma io mi regolo così, faccio i soliti di routine scaramantici ai quali non terrò fede come al solito, e me ne riservo uno, solo uno piccolino, facile facile da mantenere.
Provateci, alla fine dà una certa soddisfazione.
Auguri di Buon Anno a tutti.
Giulia Torri
giuliat@vicini.to.it
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