Generazione Y, millennial generation, o net generation (generazione della rete) definiscono chi è nato tra gli inizi degli anni 1980 e la metà degli anni 1990. Come vive, ama, lavora, la “generazione del millennio? Prova a spiegarlo Emily in Paris (2020, 1 stagione, 10 puntate), creata da Darren Star, già autore di Sex and the City , e trasmessa su Netflix. La serie più vista del 2020, di cui è già stata girata la seconda stagione, vede la protagonista, una giovane di Chicago esperta in comunicazione, catapultata a Parigi per indicare “il punto di vista americano” o meglio di chi si nutre a pane e social (dovremmo dire baguette…) ad un’agenzia francese che gestisce brand di lusso, ma segue strategie di marketing convenzionali. La serie si avvale della presenza di un cast giovane e accattivante, dominato dalla protagonista Lily Collins : e siamo dalle parti de Il diavolo veste Prada quando la ragazza rivaleggia con la Sylvie interpretata da Philippine Leroy-Beaulieu, in una schermaglia di battute mordaci che mettono in evidenza lo scontro di ambizioni e di età. La vicenda ha tratti favolistici e improbabili, ma le chiavi di lettura sono l’ironia e la leggerezza, che valgono la visione, insieme alla suggestione degli scorci parigini.
Decisamente di segno opposto lo spaccato dei millenial offerto dalla serie High Fidelity (Alta fedeltà, ispirata all’omonimo romanzo di Nick Hornby), (10 puntate, 1 stagione), pubblicata su Hulu. Robyn Brooks ( l’attrice Zoë Kravitz) è la titolare di un negozio di vinili a Brooklyn, polo attrattivo di una gioventù simpaticamente fricchettona. Dopo il fallimento dell’ennesima storia sentimentale, la ragazza riannoda il nastro ricontattando gli ex più significativi per cercare di far luce sui propri errori. Carisma, anticonformismo e competenza musicale sono le doti della protagonista, che è spalleggiata da un cast di ottimi comprimari: qui viene rappresentato il segmento alternativo delle nuove generazioni, quello anti-yuppies, che a traguardi socialmente riconosciuti preferisce uno stile di vita bohemien. Le coloriture vintage dell’operazione sono accentuate da una colonna sonora azzeccata, che spazia tra i classici del rock, al soul, al punk. Da vedere, caldeggiando la seconda stagione.
Anna Scotton
annas@vicini.to.it
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