Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

Omaggio ad Armando Ceste e al suo cinema sociale

Armando Ceste, regista  torinese, classe 1942, si è occupato per oltre quarant’anni (dal ‘67 al 2008, poco prima della morte, avvenuta  nel 2009) delle contraddizioni del nostro presente. Convinto della necessità di un cinema “militante” ha rivolto il suo sguardo verso i diritti dei lavoratori; la tematica ambientale; il problema dell’immigrazione, rappresentando quasi profeticamente il dramma delle nuove povertà  in Porca Miseria (2006), che ha saputo  anticipare  la crisi del 2008.

Il suo impegno  ambientalista si è  concretizzato  a metà degli anni ’90, con la fondazione del Valsusa Film Festival, per far conoscere la realtà della valle e di come i giovani cineasti la raccontano, al fine di valorizzarne il patrimonio collettivo. «Una rassegna che parli di rispetto dell’ambiente, di difesa del proprio territorio, che sia di stimolo nel cogliere immagini di una valle inedita», queste le intenzioni del regista.

Giovedì, 8 febbraio alle ore 21,00, è in programma un omaggio alla cinematografia di Armando Ceste presso il Teatro Garabato (Via Monterosa 42/a, Torino), nell’ambito della rassegna Falchi, baracchini e altre faccende… Rassegna di cinema urbano. Verranno proiettati:

Movimento di Armando Ceste (2008, 5′)

Il canale di Sicilia è diventato il più grande cimitero sottomarino del Mediterraneo. Le stime più prudenti parlano di dodicimila morti annegati negli ultimi dieci anni sulle rotte tra l’Africa e le nostre coste meridionali. Armando Ceste. Ceste ha sempre avuto la capacità di leggere e capire con anticipo molteplici contraddizioni del presente denunciandole attraverso il cinema; in questo senso Movimento è un esempio molto importante rispetto al dramma più che mai attuale dell’immigrazione.

FiatAmlet Armando Ceste (2003, 70′)

Beppe Rosso

All’alba del 25 gennaio 2003 moriva l’avvocato Giovanni Agnelli. Quasi tutti, giornali, televisioni, sociologi ma anche gente comune, dissero che era morto un re. Un’ora dopo la morte una riunione di famiglia sanciva l’investitura al “trono” del fratello Umberto. Un perfetto incrocio tra Shakespeare e Dinasty. La morte dell’”Avvocato” ci libera dal rapporto odio-amore con il padrone per antonomasia, con la personificazione del capitale, con Agnelli finisce davvero il fordismo, il torinesismo gramsciano della classe operaia. Armando Ceste

A presentare il film, insieme ai responsabili della rassegna, anche Beppe Rosso, attore, regista e direttore di Acti Teatri indipendenti, protagonista in FiatAmlet, e che di Ceste  fu amico e appassionato collaboratore in quasi dieci film tra i primi anni ’80 e i primi 2000.

I prossimi appuntamenti della rassegna Falchi, baracchini e altre faccende… sono in programma il 15 marzo, con un omaggio ad Adonella Marena, e il 12 aprile, con un omaggio a Luca Pastore.

L’ingresso alle proiezioni  è libero con la tessera Arci.

Anna Scotton

annas@vicini.to.it

 

 

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