Alcune considerazioni a proposito dell’impatto di ogni epidemia sulle società nel corso della Storia espresse dal geografo Angelo Turco, africanista, professore emerito all’Università IULM di Milano, già oggetto di un articolo su Vicini
Professore, qual è il suo sguardo sull’attuale epidemia da Covid-19?
Sulla mia pagina FB racconto la crisi in un gioco di rinvii tra la quotidianità di ciascuno di noi e gli eventi internazionali che la stampa mainstream ci restituisce….Li raccolgo e commento sotto l’etichetta “Lo cunto de li cunti”: osservo anche come l’epidemia attraversi la storia umana, con le paure, le culture, i diversi saperi e credenze religiose. Con l’eroismo dei medici che, come racconta già Tucidide descrivendo la peste di Atene, “prestavano le loro cure senza conoscerne la natura, e anzi erano i primi a morire in quanto più degli altri si accostavano agli infermi”. A sua volta la scena proveniente da Roma con Papa Francesco, di commovente bellezza anche per un non credente, di fascino incomparabile per i bisognosi di consolazione (tutti lo siamo, in questo momento) ha provveduto a completare un altro “topos” epidemico, quello dell’invocazione religiosa.
Come si può partecipare in modo consapevole alla riflessione sull’approccio scientifico al complesso dei problemi che chiamiamo “Pandemia”?
Abbiamo lanciato con il supporto del giornale online juorno.it il corso on line su “Epistemologia della pandemia”. Sta avendo un successo assai superiore alle attese. Si tratta di capire il modo attraverso cui il sistema dei media tratta la comunicazione degli scienziati, e di “entrare” nella mente dei ricercatori, ciascuno dei quali segue “una costellazione di credenze, valori, tecniche” nel suo agire.
Anna Scotton
annas@vicini.it
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