Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

Il declino della trifola

Tornando a camminare per il riconquistato centro città dopo la forzata reclusione, quello che salta agli occhi non è solo la scomparsa di molti negozi, processo in parte prepandemico, ma il proliferare di alcune razze aliene. Ormai endemici i venditori di sigarette elettroniche, che nemmeno ci si fa più caso, e ridotti alla quasi clandestinità quelli di cannabis, scopriamo che al torinese ordinario non si può far mancare il tartufo in tutte le sue declinazioni. Riservati quelli di pezzatura importante ai petrolieri arabi e ai calciatori nostrani, con il rimanente ci si ingegna a fabbricare di tutto. Banalmente l’olio, ma quello era risaputo, già in tempi lontani qualche ambizione trifolesca si manifestava mestamente sotto forma untuosa sul tagliolino del discount.

Il riso, laddove qualche scaglietta occhieggia tra i chicchi che già immaginare quale sarà il risultato finale induce alla lacrima, i pathè, lo strangozzo con il tubero già incorporato, il sale e la polenta ma, ed è qui che la ragione vacilla, perchè il lifting fondente al tartufo nero? Perchè?

 

Giulia Torri

giuliat@vicini.to.it

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