Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

Eleanor Oliphant sta benissimo

“ Mi chiamo Eleanor Oliphant e sto bene, anzi: sto benissimo.
Non bado agli altri. So che spesso mi fissano, sussurrano, girano la testa quando passo. Forse è perché io dico sempre quello che penso. Ma io sorrido. Ho quasi trent’anni e da nove lavoro nello stesso ufficio. In pausa pranzo faccio le parole crociate. Poi torno a casa e mi prendo cura di Polly, la mia piantina: lei ha bisogno di me, e io non ho bisogno di nient’altro. Perché da sola sto bene.
Solo il mercoledì mi inquieta, perché è il giorno in cui arriva la telefonata di mia madre. Mi chiama dalla prigione. Dopo averla sentita, mi accorgo di sfiorare la cicatrice che ho sul volto e ogni cosa mi sembra diversa. Ma non dura molto, perché io non lo permetto.
E se me lo chiedete, infatti, io sto bene. Anzi, benissimo.”

Questo è l’incipit di un romanzo incredibilmente bello , che rimane attaccato alla pelle.

Gail Honeyman ha scritto un capolavoro. Un libro che secondo la stampa internazionale più autorevole rimarrà negli annali della letteratura. E’ un  caso editoriale che non ha eguali . Sono stati venduti i diritti di questo romanzo in 40 Paesi.

L’autrice  affronta  il tema della solitudine e della difficoltà di comunicare con il mondo, con uno stile semplice, fluido, efficace.

Eleanor Oliphant ha 30 anni e no, non sta benissimo. Ha una casa, certo. E ha un lavoro. E ha anche una serie di abitudini . Ma Eleanor è sola e i fine settimana li trascorre in compagnia della Vodka. Ha chiuso le porte della sua vita perché nessuno possa farle del male e vive in un modo tutto suo : è una donna atipica , un po’ antiquata e sola, che cerca di convivere con le sue cicatrici , quelle visibili ma soprattutto quelle invisibili.

Eleanor conserva però un’ironia cinica e divertente, frutto della semplicità con cui osserva le cose attorno a lei. La Honeyman ha saputo creare una figura unica, trascinante, complicata, che all’inizio risulta essere fastidiosa e irritante per la sua incapacità di accettare i piccoli difetti dell’umanità, per l’inadeguatezza con cui vive il mondo, ma che lentamente si apre alla vita e ci conquista con la sua genuinità.

L’autrice ci fa scoprire il suo personaggio a poco a poco e ci rende spettatori della sua crescita emotiva, del lungo processo che la conduce fuori  dai suoi schemi rigidi , fuori dalla sua solitudine.

Eleanor riuscirà a guardare dentro di sé e a vedere finalmente l’origine delle sue paure, ad affrontarle.

Il romanzo ci coinvolge nel dolore di Eleanor, ci fa sentire la profondità del suo abisso, ma alla fine  ci dà un messaggio positivo di riscatto e di speranza, e di fiducia  sul potere rigenerante della gentilezza.

Eleanor Oliphant sta benissimo è edito da Garzanti

Maria Cristina Bozzo

cristinab@vicini.to.it

 

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