Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

Cuccette per signora di Anita Nayr

La protagonista  del romanzo è Akhila, prima di quattro figli, che, appena maggiorenne, alla morte del padre, eredita il suo posto di lavoro, diventando così il capofamiglia.
Questo, nella rigida struttura sociale indiana, significa mettere le esigenze di tutti i componenti della propria famiglia prima dei propri. La madre, i due fratelli, la sorella, tutti devono mangiare, vestirsi, studiare, sposarsi ed è compito suo prodigarsi perché ciò succeda, a costo del sacrificio della sua vita.

Fino a che Akhila, ormai quarantacinquenne, non decide di fare una cosa per se stessa: prendere il treno notturno che la porterà in una località di mare. Akhila non si era mai sottratta  alle rigide regole sociali indiane che non prevedono che una donna possa vivere sola, o che possa decidere in autonomia senza una figura maschile di riferimento, sia essa il padre, il marito o un fratello.

Per questo la sua idea di viaggiare da sola nelle cuccette per signora la inquieta, ma al contempo la necessità di indipendenza è diventata impellente. Ormai da un po’ di tempo infatti Akhila coltiva il sogno di vivere da sola.

Akhila, incontra le sue compagne di viaggio nelle cuccette  per signore  del treno notturno: Janaki, sposata da quaranta anni, con un uomo che l’ha sempre protetta e l’ha fatta vivere  sotto una campana di vetro, madre confusa e iperprotettiva ; Margaret Shanti, insegnante di chimica, sposata con il preside della sua scuola, un uomo insensibile nei suoi confronti e al suo desiderio di maternità; Prabha Devi, una donna perfetta, una moglie, una madre, un sogno in stile newyorchese in un’India arretrata mentalmente; Sheela, una quattordicenne con la testa sulle spalle, un’innocente, con la voglia di cambiare le regole e la capacità di capire ciò che le altre donne hanno sbagliato nelle loro vite; Marikolanthu, la cui vita è cambiata da una notte di lussuria che l’ha segnata e cambiata per sempre. Tra queste sei donne si crea, subito e con naturalezza, una profonda intimità; si stabilisce una forte sintonia, un rapporto solidale.
Il viaggio in treno verso il mare è il  pretesto narrativo che consente alla Nayr di raccontarci  storie di donne nell’India  in conflitto  con le tradizioni e con  la voglia di scrollarsi di dosso modelli ormai troppo antiquati e spesso insopportabili. Ecco allora nella lunga notte in treno i racconti che si dipanano come gomitoli intricati che sembrano sciogliersi con leggerezza nella confidenza che nasce al buio  dello scompartimento ferroviario destinato alle sole donne.

Le cinque donne in viaggio hanno età e storie diverse , ma sono tutte accomunate da una decisa volontà di trasgredire il ruolo assegnato loro da una società dove tutto è radicalmente mutato, meno il ruolo femminile: la casta brahmina a cui le protagoniste delle sei storie appartengono è tassativa riguardo alle usanze, al modo di vestire, alla sessualità, ai limiti imposti al comportamento sociale. Chi trasgredisce quelle regole è destinata alla emarginazione, alla miseria, spesso costretta al suicidio.

Akhila, regge  il filo della narrazione: è lei che inizia il dialogo con le altre donne, è lei che dalle sue  sconosciute  compagne di viaggio sarà capace di apprendere lezioni , di apprezzare stili di vita ed esperienze che la possono aiutare a compiere la sua definitiva scelta di una esistenza tutta sua, non più moglie, figlia, amante, sorella ma solo, finalmente, se stessa.

Il finale  è una risposta di speranza .

Cuccette per signora di Anita Nayr è pubblicato da Neri Pozza

 

Maria Cristina Bozzo

cristinab@vicini.to.it

 

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