I nomi dei negozi che si affacciano sulla scena cittadina mi deliziano e mi avvelenano. L’inventiva, la creatività, a volte la genialità di chi battezza il proprio esercizio con un nome che vuole essere originale, diverso dagli altri, sono inesauribili. Di fronte all’ineguagliabile EAT ALI’, chebbabbaro di Vanchiglietta, non sfigurano “Ricci e capricci”, “Bau e Miao ,“ Baci e braci”.
E poi, a farla da padrone, una serie infinita di “Non solo”.
Il non solo è quella premessa inquietante che ora si usa porre davanti a qualsiasi articolo. Hanno incominciato le panetterie, che vigliacca se ce n’è una che si chiama più panetteria, con :” Non solo pane”. E vabbè, si sa, ci sono i grissini, le focaccine, le friselle, passiamogliela.
Ma:” Non solo orologi” che vuol dire, quale altro derivato può avere l’orologio? E ”Non solo dolci” vuol dire che ci sono anche le cose amare o che ci si vendono, ad esempio ciabatte e calzini?
Il non solo mi apre sempre degli scenari inquietanti e mi suscita dubbi atroci.. e io che ho bisogno di certezze!
Giulia Torri
giuliat@vicini.to.it
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