“A volte la tua gioia è la fonte del tuo sorriso, ma spesso il tuo sorriso può essere la fonte della tua gioia.” (Thich Nhat Hanh)

 

Mare privato. Lo scempio delle coste Italiane.

La costa della Liguria è incantevole tanto che, secondo la tradizione, la dea Venere fu generata proprio dalla spuma di quel mare. Lo stesso litorale vanta però un record, che confligge con l’immagine di quella bellezza: su 63 comuni rivieraschi ben 31 ospitano porti turistici, con conseguenze devastanti su spiagge e ambiente marino.
Se ne è parlato lunedì 8 aprile, alle 18.30, a Binaria, il centro commensale del Gruppo Abele, alla presentazione di un volumetto, Il mare privato. Lo scempio delle coste italiane. Il caso dei porti turistici in Liguria. (ed. Altreconomia, 2019).

Fabio Balocco, il curatore di quest’antologia – la cui lettura è davvero consigliabile per i contributi istruttivi e rigorosi – ha dialogato con Ugo Mattei, giurista ed esperto di beni comuni, proprio sullo “scempio delle coste Italiane”, che si manifesta – oltre che nella cementificazione aggressiva e spesso incontrollata dei 3.300 km dei litorali nazionali – nel caso dei quasi 24mila posti barca dei porti turistici o “porticcioli” della Liguria.
Oltre tutto le nuvole del disastro climatico si stanno addensando  sui “disastri delle opere inutili”, esempio quel “liberismo selvaggio” praticato da amministrazioni di ogni colore politico, come osserva l’urbanista Paolo Berdini. A cui fa eco il responsabile innovazione territoriale Legambiente Sebastiano Venneri, indicando però nel recupero della Baia dei Conigli all’interno della Riserva Naturale “Isola di Lampedusa”, nel territorio del Comune di Posada (Nu) o del porto turistico di Acciaroli (Sa) esempi virtuosi dell’opera dell’uomo e delle istituzioni.
Nel libro si misurano su questi temi – oltre allo stesso Balocco, che fornisce anche il quadro di riferimento normativo – l’ambientalista Marco Piombo, che dà voce all’allarme del Wwf su criticità e valutazioni d’impatto dei nuovi possibili porticcioli, il geologo “Mimmo” Filippi, Franco Zunino, Claudia Guelfi e il giornalista di Altreconomia Massimo Acanfora, che analizza il tema delle infiltrazioni dell’ ’ndrangheta in Liguria e di come i porticcioli siano opportunità ghiotta per riciclo di denaro e speculazioni.

Privatizzazione significa cementificazione, denuncia Mare privato. Ma è possibile opporsi? Difficile, secondo Mattei, in quanto “I’attuale diritto privato ha lo scopo di trasformare in capitale i beni comuni, che sono quasi scomparsi. Ora invece si dovrebbe fare al contrario: trasformare il capitale in beni comuni. Questo dovrebbe essere lo scopo di giuristi, pensatori, intellettuali, in linea con le emergenze ambientali, perché non c’è più tempo: la nostra impronta ecologica è insostenibile e le catastrofi ambientali previste tra il 2050 e il 2070 sono sicure e non ipotetiche.”
Auspicando la mobilitazione civica, come nella vicenda del sito della Margonara, ben raccontata in Mare privato. Tra Savona e Albissola c’ è un angolo di paradiso, con un faraglione dalla storia geologica importante, analoga a quella degli scogli di Capri. I progetti di un porticciolo (730 posti stanziali e 73 di passaggio, quindi dimensioni tutt’altro che minuscole) – tra cui il famigerato “sigaro” dell’archistar Fuksas, che avrebbe dovuto inghiottire il simbolico faraglione – anche grazie all’opposizione di comitati cittadini quali “Margonara Viva” e “Mamme della Margonara” non hanno finora superato il vaglio del Comitato tecnico del Territorio, del Ministero dell’Ambiente e della Giunta Regionale.


In realtà pochissimi porti hanno visto le popolazioni mobilitarsi: a parte le iniziative della Margonara, di Ospedaletti e di qualche gruppo ambientalista, la maggioranza degli abitanti non si è mossa. Forse perché la cultura imprenditoriale dei liguri, da sempre navigatori e “capitalisti”, è difficile da sradicare, osserva Mattei. O perché la modernità sta uccidendo, insieme al rispetto dell’ambiente, la sensibilità al bello che è in natura, ha osservato Balocco, citando lo psicanalista James Hillman, il quale avverte:    “ L’Anima nasce dalla bellezza e di bellezza si nutre. Ne ha bisogno per vivere.”

Anna Scotton
annas@vicini.to.it

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