Il World Press Photo Contest 2022, il più importante concorso di fotogiornalismo internazionale, è in mostra – con le sue 134 opere selezionate – dal 29 aprile al 18 settembre negli spazi al primo piano della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea.
Le immagini riguardano temi sociali, dell’ ecologia, insieme a scatti che fermano la realtà del terrorismo o delle guerre nel pianeta: i premiati sono stati scelti tra 64.823 opere candidate, tra fotografie e open format, realizzate da 4.066 fotografi provenienti da 130 paesi del mondo: si tratta di lavori firmati per le maggiori testate internazionali, come National Geographic, BBC, CNN, Times, Le Monde, ElPais.
La competizione ha preso avvio nel 1955, quando un gruppo di fotografi olandesi organizzò il primo concorso internazionale “World Press Photo”, rivelando come il fotogiornalismo, nelle sue massime espressioni, sia un linguaggio in grado di fornire consapevolezza e conoscenza di quanto accade nel mondo, per la necessità di formazione continua per giovani e adulti.
Da allora, l’iniziativa ha acquistato slancio fino a diventare il concorso fotografico più prestigioso e la mostra più diffusa: quest’anno sarà allestita in 70 sedi in 30 paesi.
L’edizione 2021 a Torino è stata la mostra più visitata dell’anno in città e la 17esima in Italia: per il 2022, i visitatori potranno godere di un’audio guida, da attivare tramite un QR Code reperibile all’inizio della mostra.
Da segnalare, inoltre, la serie di foto realizzate da Guillaume Herbaut in Ucraina tra il 2013 e il 2021, che illustrano il percorso che ha portato alla guerra di oggi a partire dall’occupazione della Crimea nel 2014.
Quest’anno è stato avviato un nuovo criterio di selezione: per superare la visione eurocentrica, garantire l’ equilibrio geografico e aumentare il livello di rappresentanza internazionale, per la prima volta la World Press Photo Foundation ha lanciato una nuova strategia di valutazione, che permette di offrire un ampio sguardo su tutte le regioni del mondo: Africa, Asia, Europa, Nord e Centro America, Sud America, Sud-est asiatico e Oceania.
Il processo di selezione ha coinvolto per prime le giurie “regionali”composte da professionisti di quella zona e infine una giuria “globale”, tra convocazioni online e offline. Questo ha permesso di dare spazio e voce ai fotografi di tutte le aree del mondo.
Infine, tra i 24 vincitori regionali sono stati scelti i quattro vincitori mondiali: ovvero World Press Foto dell’anno, World Press Photo Story dell’Anno, il premio per il progetto a lungo termine World Press Photo e il World Press Photo Open Format Award.
I vincitori
E’ World Press Photo of the year lo scatto realizzato dalla fotografa canadese Amber Bracken per il New York Times. Abiti appesi a delle croci lungo una strada: commemorano i bambini morti alla KamloopsIndianResidential School, un istituto dove venivano “educati” i piccoli indigeni, le camicie colorate parte del loro vestiario. Una riflessione sui guasti prodotti dalla colonizzazione, non solo in Canada ma in tutto il mondo.
Il premio World Press Photo Story of the Year è andato a “Salvare le foreste con il fuoco” di Matthew Abbott, Australia, un lavoro realizzato per National Geographic/PanosPictures. Al centro del racconto, un rito degli indigeni australiani che bruciano strategicamente la terra in una pratica nota come «combustione a freddo»: i fuochi si muovono lentamente, incendiamo solo il sottobosco e rimuovono l’accumulo di residui vegetali che possono alimentare incendi più grandi.
Vincitore del premio World Press Photo long-termproject award, invece, “Distopia amazzonica” di Lalo de Almeida, Brasile, per Folha de São Paulo/PanosPictures. Mostra come la foresta pluviale amazzonica sia gravemente minacciata dalla deforestazione, dall’estrazione mineraria, costringendo gli indigeni alla fuga. Pesano anche politiche “poco green” del presidente JairBolsonaro.
“Il sangue è un seme” di Isadora Romero, Ecuador ha vinto la sezione video World PressPhoto open format award. Attraverso storie personali, il video composto da fotografie digitali e cinematografiche, mette in discussione la scomparsa dei semi, la migrazione forzata, la colonizzazione e la conseguente perdita di conoscenze ancestrali.
La mostra a Torino esporrà, in via eccezionale, le menzioni d’onore del World Photo Contest 2022.
ORARI
martedì – domenica: 10.00 – 18.00 (La biglietteria chiude un’ora prima)
Tuesday – Sunday: 10.00 a.m. – 06.00 p.m. (The ticket office closesone hour earlier)
Lunedì: CHIUSO/ Monday: CLOSED
BIGLIETTI
Intero 12 euro; Ridotto 10 euro
SITI INTERNET
SOCIAL
Facebook: @WorldPressPhotoTorino – @torinogam
Instagram: worldpressphototorino – gamtorino
Anna Scotton
annas@vicini.to.it
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