Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

70 anni di televisione

Quest’anno due date a ricordarci l’importanza di Torino per la radio e la televisione. Il 3 gennaio i settanta anni dalla prima trasmissione televisiva mentre è del 6 ottobre 1924 la prima radiofonica.

La televisione scaldava però i motori da molto prima del ‘54: è nel 1928/29 che nascono i primi tentativi di trasmissione con addirittura le visite dei politici dell’epoca, tra cui anche Benito Mussolini; esperimenti che verranno interrotti solo dallo scoppio della Guerra Mondiale.

Eccolo il 3 gennaio 1954, ore 11: inizio delle trasmissioni Rai. La prima annunciatrice Fulvia Colombo e il primo annuncio ufficiale : “La Rai Radiotelevisione Italiana, inizia oggi il suo regolare servizio di trasmissioni televisive.

E poi, dopo un collegamento con gli studi di Milano ecco arrivare lui, forse il più famoso e longevo dei presentatori nazionali: Mike Bongiorno. Italo americano trapiantato a Torino, giornalista della Stampa, diventò l’immagine stessa della televisione. Quel 3 gennaio 1954 condusse “Arrivi e Partenze”, interviste a personaggi famosi in transito in porti ed aeroporti italiani. A seguire il primo film TV: “ Le miserie del signor Travet”, italianizzato il titolo dell’opera di Vittorio Bersezio “Le miserie ‘d Monsù Travet”. La regia era di Mario Soldati, che regalerà poi alla televisione ottime trasmissioni sul territorio italiano come “Alla ricerca dei cibi genuini – Viaggio nella Valle del Po”.

A vincere i primi concorsi banditi per reclutare nuove voci per la nascente azienda furono intellettuali come Umberto Eco, Gianni Vattimo, Furio Colombo insieme ad altri nomi illustri quali Piero Angela, giornalista Rai fin dagli esordi ed Enza Sampo’ una delle prime conduttrici di programmi televisivi e di un programma al femminile come “Anni verdi”, dedicato alle ragazze.

Un po’ di nostalgia per quella televisione semplice che oggi ci appare di qualità?

Ora che il servizio pubblico sembra essenzialmente inseguire quello privato e con risultati spesso scadenti, tutti noi ci sentiamo liberi di ricorrere, per informazioni e intrattenimento, all’offerente più appetibile. Così come un gatto che si morde la coda la Rai sembra  talmente annaspare che siamo quasi portati a rivalutare certe scelte per allora davvero rivoluzionarie nella loro semplicità, che ne sarebbe oggi del Maestro Manzi e dei teleromanzi?

Ma siccome alla TV tutto sommato vogliamo bene, le auguriamo, oltre che ad emanciparsi dalla sudditanza dalla concorrenza anche di liberarsi delle ingerenze politiche che negli ultimi tempi pare la stiano appesantendo ancora di più.

 

Giulia Torri

giuliat@vicini.to.it

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