Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

A&T la fiera dell’Automazione e del Testing

Innovazione, Tecnologie, Competenze

Alla Casa dell’Intelligenza artificiale è stata riservata una superficie di circa 1000 mq, in cui trovano posto applicazioni e tecnologie di ultima generazione orientate al mondo della manifattura con l’uso di algoritmi intelligenti.  Si è conclusa il 16 scorso, all’Oval Lingotto A&T, la fiera dell’Automazione e del Testing. L’obiettivo di questa iniziativa era infondere un senso di fiducia e prospettiva positivaì nel contesto dell’adozione dell’IA da parte dell’industria: comprendere l’utilizzo di sistemi industriali di ultima generazione partendo da casi applicativi già funzionanti. In sostanza, accompagnare il passaggio a quella che ormai va sotto il nome di 5° Rivoluzione Industriale.

C’è una semantica alla quale ci dovremo abituare: si parla di IIoT Industrial Internet of Things, L’ ’Internet delle cose reali” (IoT), che hanno la capacità di connettersi tramite internet, come il frigorifero che si accorge che lo spazio del latte è vuoto e lo segnala, è qui applicato al settore industriale. L’IIoT è costituito da apparecchiature e piattaforme di analisi avanzate connesse a Internet che elaborano i dati prodotti. I dispositivi IIoT spaziano da piccoli sensori ambientali a robot industriali complessi. Tecnologie che si annunciano molto promettenti non solo per l’industria manifatturiera, ma anche per un’ampia gamma di settori, tra cui l’agricoltura, la sanità, i servizi finanziari, per arrivare fino alla vendita al dettaglio.

La novità davvero epocale che giustifica l’idea di Rivoluzione industriale è il rovesciamento del criterio secondo cui era l’uomo a creare un linguaggio per farsi comprendere dalla macchina, mentre oggi è la macchina che si adatta al linguaggio umano. E’ il mondo dei Large Language Models, (LLM), è la macchina che risponde ad un testo scritto; è Chat GPT.

Su questo fronte, tra i Big che espongono nella Casa dell’Intelligenza Artificiale, Microsoft propone “Microsoft Cloud for Manufacturing” un pacchetto di programmi basati sull’Intelligenza Artificiale (Azure, Dynamics 365 tra gli altri) associato ad un “ecosistema” di Partners strategici; obiettivo, sostenere la transizione digitale delle aziende, specie medio-piccole, che si sono trovate nella necessità di accelerare l’innovazione, sia per contingenze internazionali, sia per rispondere al cambiamento indotto dalla pandemia.

Ma il salone A&T è soprattutto una vetrina in cui si esibiscono robot dai bracci roteanti che catturano componenti e li dispongono ordinatamente e senza errori, stampanti 3d che creano oggetti complessi da un filamento di materia platica, oggetti cavi o caratterizzati da superfici impossibili da realizzare con gli utensili tradizionali. Ancora, scanner 3D (MetraSCAN3D) con alto livello di accuratezza per la scansione ottica su diverse superfici, “anche non collaborative”(!) e punti singoli e garantisce un’elevata velocità di trasmissione e scansione.

Il robot “Felice” (di CSF RCPA) è stato sviluppato unendo competenze trasversali di robotica collaborativa, intelligenza artificiale, digital twin (anche questo termine è da annotare nel nostro dizionario), il “gemello digitale” virtuale che emula specifiche caratteristiche di un prodotto e permette di fare sperimentazione senza fare danni, ergonomia, IOT, etc. È un robot cognitivo, che consente di migliorare la flessibilità e la produttività negli stabilimenti di produzione; nato per fare da assistente in linea di assemblaggio, si sposta lungo la corsia evitando gli ostacoli e porge (hand-over) l’attrezzo all’assemblatore. Sarà, ma a prima vista una macchina di così grande complessità per sporgere l’avvitatore sembra un po’ troppo…Chi si ricorda del “bocia”, il ragazzo che passava la chave inglese?

Il rover EMRS, nato in risposta ad un bando dell’Agenzia Spaziale Europea, è stato progettato da Thales Alenia Space come sistema di mobilità lunare multiruolo, capace di trasportare carichi anche pesanti su un terreno scosceso e con la capacità di superare ostacoli mantenendo livellato l’assetto del piano di carico. Progettato per l’ambiente lunare, ma con ambizioni proiettate verso Marte.

“Sembra molto pesante” ci informiamo.

“Questo è un dimostratore, pesa 250 chili, ma il modello definitivo che contiamo di poter usare per una futura missione su Marte, potrà pesare circa 500 kg”

“Un’enormità”

“Già ma lei dimentica che su Marte la forza di gravità è un sesto rispetto a quella terrestre”, ci punisce il giovane progettista. Touché. C’è poi il problema delle caratteristiche del terreno, del tutto sconosciuto. Anche qui viene in soccorso l’Intelligenza Artificiale predittiva che permette di simulare il comportamento del mezzo rispetto alle sollecitazioni indotte dal terreno, utilizzando pochi dati in ingresso, per prevenire ribaltamento o insabbiamento.

Alla fine del percorso (impossibile fare anche solo una sintesi delle mirabilia incontrate) possiamo tornare ad una realtà che più reale non si può. Il modello in legno okumè della 500 anni ’60, realizzata in scala 1:1 dalla Fresatura Rasi di Padova. E’ ricavata da un package multistrato che simula una lavorazione dal pieno della sagoma, a mezzo di una fresatrice “a 5 punti” (ci spiegano) larga 2 metri ed alta 2,5. A presentarla in tutti i particolari un bambino, il nipote dell’anziano titolare. Dopo le molte esibizioni di machine learning, un po’ di intelligenza umana, opportunamente addestrata.

Gianpaolo Nardi

gianpaolon@vicini.to.it

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