Inatteso “colpo di fulmine” per il film-documentario dal titolo Il tocco di Piero, (FUORI CONCORSO/RITRATTI E PAESAGGI) del regista Massimo Martella. Piero Umiliani è stato uno dei più importanti compositori italiani di colonne sonore del Novecento. Il film Audace colpo dei soliti ignoti (1958), di Mario Monicelli, che inaugurò il filone della commedia all’italiana, conquista un pezzo di eternità nella storia del cinema anche grazie alle musiche innovative del formidabile jazzista toscano accompagnato dal trombettista americano Chet Baker (ricordiamo il famoso “Gassman Blues”).
“Il jazz è ritmo, perché viene dall’Africa. Fa parte della nostra vita”: e innestando sul jazz elementi di bossanova e funk, Umiliani diventa il padre italiano riconosciuto dell’”exotica lounge”.
In un’epoca in cui uscivano circa 300 film all’anno, figli del boom economico, il compositore spaziava tra i generi, dal poliziottesco, allo spaghetti western al peplum, a servizio dei quali mise il suo jazz sofisticato, furioso e malinconico. Lavorando per la Rai Umiliani scriverà molti accompagnamenti musicali e numerose sigle di programmi, i cosiddetti “jingle” (per “90’ Minuto”, “Il Gioco del Calcio” e “La Corrida”). Di questo straordinario pioniere della musica elettronica, animo jazzista, sofisticato, colto, “la musica sarà sempre contemporanea” (V. Mollica)
Il 40° TFF ha ospitato (FUORI CONCORSO) l’anteprima di un prodotto godibile e dal sapore non convenzionale per il piccolo schermo: The Bad Guy (6 puntate), in uscita su Prime Video (dall’8 dicembre). La serie scritta da Ludovica Rampoldi, Davide Serino e Giuseppe G. Stasi, con la regia di quest’ultimo e Giancarlo Fontana, segue il registro della dark comedy, il dramma è intriso di ironia e elementi surreali: uno per tutti, il ponte sullo stretto di Messina è stato realizzato.
La vivacità e la forza di quello che succede travalica i limiti della storia di mafia, la stoffa dei personaggi li rivela figure quasi shakespeariane e cattura fortemente l’attenzione dello spettatore. Gli sceneggiatori hanno dichiarato che “fare una commedia non significa evitare i drammi e le ferite aperte della vita, ma affrontarle con un tono a volte leggero a volte scanzonato, a volte sopra le righe: e qui è stato possibile, merito della regia di Stasi e Fontana che corteggia il grottesco.”
Nella storia che vede un magistrato antimafia – l’attore Luigi Lo Cascio – colpito da calunnie che lo conducono in carcere, gli scontri tra malviventi e forze dell’ordine hanno ritmo e accelerazioni accattivanti, che abbiamo imparato a conoscere nella cinematografia hollywoodiana più recente.
Anna SCOTTON
annas@vicini.to.it
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