Protagonisti immancabili di una rassegna che celebra l’unione di immagine e suono sono ovviamente biopic e documentari. Si colloca tra a metà tra i primi e i secondi JOAN BAEZ: I AM A NOISE di Karen O’Connor, Miri Navasky e Maeve O’Boyle (Stati Uniti, 2023, 113′). A conclusione di 60 anni di carriera l’amica O’Connor dedica un ritratto più privato che pubblico alla leggendaria interprete, la quale si rivela pronta a mostrare la sua vita senza filtri, senza “idolatria” o nostalgia. La fama della “regina del folk” che già a 21 anni aveva ottenuto la prima copertina su Time Magazine e ha influenzato una generazione di musicisti (tra cui Bob Dylan, Leonard Cohen, Patty Smith) arriva comunque dopo il coinvolgimento attivo nel pacifismo e nella lotta non violenta alle ingiustizie. E poiché per Joan il personale è sempre politico, il filmato mostra numerosi momenti di vita con la famiglia d’origine, i genitori e le due sorelle, da cui emergono sofferenze emotive che l’hanno segnata per sempre. Scelte registiche sono state limitare le interviste alle persone che sono state realmente vicine a Joan e adottare uno stile di ripresa informale, che mette insieme sia le testimonianze contemporanee che i materiali d’archivio. L’idea era spiegare una figura così interessante e complessa fuori dal cono di luce dei suoi brani più famosi, le “hit” volutamente assenti, perchè “Tutti gli esseri umani hanno tre vite: una pubblica, una privata e una segreta.” (Gabriel Garcia Marquez). E ad ascoltarla mentre si racconta tra le mura delle sua casa, guardando onestamente al passato e dentro di sé, si può affermare che l’obiettivo è stato pienamente raggiunto.
Il documentario THE CLASH – NEW YEAR’S DAY 77 (Regno Unito, 2015, 75′) è stato realizzato dal regista Julian Temple, omaggiato al Seeyousound dove ha ricevuto un premio alla carriera e presentato altri suoi tre lavori. Questo primo artefatto punk è stato realizzato con filmati di repertorio e inediti, le immagini costituiscono uno spaccato della difficile situazione socio-economia dell’epoca, che contribuiva ad alimentare l’inquietudine dei giovani: in alcuni spezzoni compare anche Margaret Thatcher, il cui governo era ormai alle porte. Il documentario è stato girato nel Capodanno del 1977 al Roxy Club, di Londra, lo storico teatro gay di Covent Garden, ai tempi una zona non di tendenza come è successivamente diventata, e destinato a ospitare alcuni dei nomi che entreranno nella storia del rock e del nascente rivoluzionario movimento punk che credeva nel cambiamento della società.
Anna SCOTTON
annas@vicini.to.it
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