Per annunciare la mostra Invito a Pompei, che si terrà a Palazzo Madama, a Torino dall’8 aprile al 29 agosto 2022, curata dal Parco Archeologico di Pompei e da Palazzo Madama, sono state scoperte e presentate alla stampa negli spazi archeologici ipogei della romana Porta Decumana due opere provenienti dalle pendici del Vesuvio e che faranno parte dell’esposizione. Si tratta di una delle prime volte in cui pezzi importanti di un museo statale vengono presentati in un museo civico, esempio di sinergia culturale virtuosa nel Paese.
La prima opera, Pavimento con delfino di ambiente termale (tepidarium), 50-79 d.C., è un mosaico che proviene da Boscoreale, quartiere termale della villa della Pisanella, una delle più note residenze dell’area vesuviana per via del ritrovamento di un prezioso servizio di argenteria (oggi al Louvre). L’edificio aveva tre ambienti decorati in opus tessellatum bianco/nero con animali marini, secondo una moda diffusa dalla metà del I sec d.C. Il delfino è un animale spesso raffigurato nei contesti termali: il suo corpo allungato, quasi serpentiforme, mostra una commistione tra l’ambiente marino e quello palustre.
La seconda, Parete con pittura da giardino, 25-50 d.C., è un affresco proveniente dalla Casa del Bracciale d’oro, un edificio di Pompei. Si trovava nella parete di fondo dell’oecus, il grande salone da ricevimento delle case delle élites dell’impero. Il giardino lussureggiante con diversi tipi di piante e uccelli, che in natura non potrebbero coesistere, è una rappresentazione immaginaria, che risponde alla moda del tempo. L’origine è da cercare nelle correnti paesistiche della pittura alessandrina diffuse in Lazio e Campania da botteghe di pittori che in età augustea avevano lavorato per la committenza imperiale.
La mostra ‘Invito a Pompei’ sarà organizzata nella maestosa Sala del Senato, dove si è fatta l’Italia, e si snoderà attraverso gli ambienti maggiormente rappresentativi delle case più lussuose della Pompei del I secolo d.C.
Ci si sentirà come all’interno di una domus romana, grazie alla ricca selezione di oltre 120 opere tra arredi, statue, gioielli, bronzi, vetri e apparati decorativi, in un itinerario tra gli spazi domestici (l’atrio, il triclinio, il peristilio con il giardino, le stanze da letto), concluso dai drammatici calchi di alcune vittime.
“Una città che sta ripartendo si vede anche da eventi come questo” ha dichiarato il sindaco Stefano Lo Russo e – ha concluso Massimo Osanna, ” racconta quello che è Pompei, un luogo dell’umanità, che fa riflettere sulle catastrofi naturali, sulla morte ma anche sulla resilienza e la capacità che ha il nostro mondo di rigenerarsi”. Auspicio, in questo nostro tempo, quanto mai necessario.
Anna Scotton
annas@vicini.to.it
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