![15_CREMONA_Educazione dei sentimenti_1950](https://www.vicini.to.it/wp-content/uploads/2024/04/15_CREMONA_Educazione-dei-sentimenti_1950-678x381.jpg)
Nata da una suggestione di Vittorio Sgarbi – come ha precisato il presidente della Fondazione Torino Musei Massimo Broccio – l’esposizione è subito diventata un progetto condiviso tra la Gam e il prestigioso “Mart” di Rovereto, dove si trasferirà il prossimo autunno.
A vent’anni da un’analoga collaborazione per una mostra su Medardo Rosso i due musei si sono trovati concordi sulla necessità di dare risalto all’estro creativo dell’artista Italo Cremona (Cozzo, Pavia, 1905 – Torino, 1979). Una delle figure più importanti della Torino novecentesca fu intellettuale poliedrico (pittore, storico dell’arte, scrittore, scenografo per il cinema e il teatro, docente di discipline artistiche). Circa 120 opere, tra dipinti e una selezione di disegni e di incisioni, compongono una ricca rassegna che va dagli esordi metafisici alle facciate “silenti” dei palazzi torinesi, ai nudi, agli autoritratti, alle nature morte segnate dalla ricorrenza ossessiva delle pistole. La raccolta si deve al lavoro approfondito delle tre curatrici Giorgina Bertolino, Daniela Ferrari ed Elena Volpato, che hanno anche dato visibilità a pezzi patrimonio della Gam fin dal 1935.
“Tutto il resto è profonda notte” è la frase con cui Cremona aveva concluso uno dei testi di “Acetilene”, rubrica che negli anni cinquanta firmava per “Paragone”, la rivista di Roberto Longhi. Il percorso espositivo segue la progressione cronologica delle stagioni creative dell’autore: una sala centrale del percorso, eletta a cabinet des folies, è dedicata alla prolungata frequentazione del fantastico, del grottesco e di quello che Sgarbi (collegato in video alla conferenza stampa) definisce il “surrealismo padano di una figura di artista solitario, capace di produrre capolavori di libertà e di genio”. Nella sala delle facciate, la visione si sposta sulle architetture torinesi, un motivo pittorico sviluppato da Cremona lungo i decenni: prive di presenze umane, appaiono come le quinte di un inaspettato teatro cittadino.
La sezione finale “Un tappo che chiude…e apre” raccoglie un nucleo di opere della Gam selezionate dal curatore Fabio Cafagna in dialogo con la raccolta dell’artista pavese: immagini, atmosfere e squarci evocativi posti in risonanza con i temi trattati in mostra.
GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea – Via Magenta, 31 – 10128 Torino
Anna SCOTTON
annas@vicini.to.it
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