“A volte la tua gioia è la fonte del tuo sorriso, ma spesso il tuo sorriso può essere la fonte della tua gioia.” (Thich Nhat Hanh)

 

Musica futurista: la proposta di Allegra Ravizza

Dal 31 ottobre al 3 novembre si è svolta al Pala Alpitour di Torino la settima edizione della fiera d’arte contemporanea “Flashback”, quest’anno dedicata al tema “Gli Erranti/The Wanderers”.

Gli erranti sono gli osservatori instancabili, sempre alla ricerca della conoscenza, i viaggiatori della storia dell’arte, sempre spinti da un continuo senso di scoperta: sbagliare per conoscere, perché ogni tentativo sbagliato è un passo in avanti.

Flashback è un gigantesco expo, un viaggio nel tempo guidato dai galleristi che, in una felice alternanza di epoche e stili anche molto diversi, regala al pubblico una suggestiva panoramica delle capacità artistiche e creative dell’uomo dai primordi fino alla modernità.

Pittura, scultura, installazioni video e arti decorative s’intrecciano in un percorso labirintico, volutamente confusionario e destabilizzante, ideato ad hoc dalla Fast Events (un’azienda torinese che opera nel settore degli allestimenti di fiere, eventi, stand e mostre).

Un musicista a spasso per la mostra non può non fermarsi davanti allo stand della galleria Allegra Ravizza, attirato dal suono di un vinile e dai suoi curiosi scaffali rossi: ma non potrà mai nemmeno immaginare cosa lo aspetta! Questa galleria, che ha sede a Lugano e a Milano, ha sentito l’esigenza di mettere in campo il suo primo percorso tematico sperimentale sulla comprensione dell’utilizzo del rumore, proponendo un percorso a tappe che ha inizio nel 1910 con i primi manifesti della musica futurista di Francesco Balilla Pratella, prosegue con le grandi invenzioni di Luigi Russolo e termina con le rivoluzionarie opere musicali di John Cage. Si tratta di un vero e proprio archivio della musica futurista, che comprende i manifesti originali, gli scritti autografi, gli spartiti, le prime edizioni dei libri e dei saggi teorici, la corrispondenza, l’editoria storica, i comunicati stampa, le immagini, tutta la musica ancora reperibile, la filmografia con le locandine e una piccola biblioteca di testi di approfondimento.

Il futurismo musicale fu un fenomeno tutto italiano, comparso negli anni ’10 del Novecento, che si proponeva come obiettivo una decisa rivalutazione del rumore.

Il primo manifesto di questa corrente fu il Manifesto tecnico, scritto nel 1911 dal compositore romagnolo Francesco Balilla Pratella non senza l’aiuto del fondatore del movimento, Filippo Tommaso Marinetti.

Seguì lo scritto L’arte dei rumori (1913) di Luigi Russolo, che propugnava la creazione del rumore musicale: il rumore veniva esaltato come quintessenza della modernità, come energica espressione della macchina e della guerra (valori entrambi considerati positivi dai futuristi). A tale scopo Russolo costruì appositi strumenti detti “intonarumori”, proprio per poter esercitare un controllo musicale sull’emissione dei vari tipi di rumore: ai ronzatori (la sua prima invenzione) seguirono crepitatori, sibilatori, stropicciatori, scrosciatori, gorgogliatori, ululatori, rombatori e scoppiatori. Il suo Grande concerto futurista d’intonarumori (1914) finì in tafferugli con il pubblico, scandalizzato e non ancora pronto ad un messaggio avanguardistico di tale portata. Più in generale, il fenomeno futurista risultò fortemente compromesso da tutta una serie di tentativi di guarnire con i rumori delle musiche assolutamente banali e perciò non godette di alcuna fortuna: gli intonarumori stessi, seppur conosciuti da compositori del calibro di Stravinskij, Prokof’ev, Ravel e Honegger, non vennero minimamente presi in considerazione da nessuno di costoro.

Eppure questi sconosciutissimi autori hanno pubblicato, enunciato, battagliato, rivoluzionato, distrutto, ricostruito, generato, inventato, immaginato e intuito il futuro della musica e della società italiana, muovendo i primi passi verso la sprovincializzazione dell’Italia messa in atto dalla generazione dell’Ottanta di Ottorino Respighi, Ildebrando Pizzetti, Gian Francesco Malipiero e Alfredo Casella.

La dedizione della galleria Allegra Ravizza nella promozione di questo insolito materiale musicale è dimostrazione che si può e si deve credere nella storia dell’arte in generale e nel suo apporto evolutivo nello sviluppo della coscienza individuale e collettiva.

Matteo Gentile

matteog@vicini.to.it

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